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Il segmento testuale In Germania è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 20Entità Multimediali , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 259

Brano: Ustica

militari e fortificazioni sulla costa adriatica.

A sua volta la Germania stipulò col nuovo “Stato” un trattato che concedeva al Terzo Reich l’indisturbato sfruttamento delle risorse minerarie e forestali della Croazia, nonché la possibilità di servirsi della manodopera croata (fino al febbraio 1945 ben 240.000 operai croati furono infatti mandati a lavorare In Germania). Inoltre la Gestapo si infiltrò massicciamente nelle strutture dei servizi di sicurezza ustascia e, col tempo, anche le forze armate ustascia finirono col dipendere dal Comando germanico. Infine Pavelic riconobbe (autunno 1941) una posizione privilegiata alla minoranza tedesca in Croazia, al punto che i Volksdeutscher (croati di lingua tedesca) furono sottratti a qualsiasi ingerenza delle autorità croate. Gli ustascia conservarono pieni poteri in un solo campo: quello dello sterminio dei loro avversari politici, dei comunisti, degli ebrei e dei serbi. Infatti venne instaurato in Croazia un r[...]

[...]eH’Esercito popolare di liberazione, Pavelic e i suoi collaboratori, seguiti da circa 70.000 uomini delTesercito ustascia, abbandonarono la Jugoslavia con le forze armate tedesche in ritirata. Numerosi altri ustascia, braccati nelle varie regioni liberate, per circa due anni si diedero al banditismo nei boschi e sulle montagne, finendo però per essere totalmente liquidati o catturati.

I fuorusciti ustascia continuarono all’estero (soprattutto in Germania) la loro attività di provocazione e, infiltrandosi in Jugoslavia in piccoli

o grossi gruppi armati, compirono varie azioni terroristiche. Negli ultimi anni i governi dei vari paesi che tuttora li ospitano hanno provveduto a imbavagliarli, ma di tanto in tanto gli ustascia fanno ancora sentire la loro presenza, inseriti nelle organizzazioni del neonazismo (v.) e della “Internazionale nera”.

Bibliografia: G. Scotti, Ustascia tra il fascio e la svastica, Udine 1976, con ampia bibliografia.

G.Sco.

Ustica

Isola vulcanica a nord della Sicilia, dalla quale dista circa 60 km, Ustica ha[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 329

Brano: [...]lleghi e con lo stesso Hitler a chi poteva esibire la più bella e più ricca collezione d’arte.

Della consistenza della sua raccolta e del metodi impiegati per arricchirla, è lui stesso testimone con la lettera del 21.11.1940 al Reichsleiter Rosenberg, « affinché non sorgano idee sbagliate sugli oggetti che rivendico per me ». In tale lettera, Goering afferma di possedere già « quella che è forse la raccolta privata più importante, quanto meno In Germania se non addirittura in Europa, sia per quando riguarda i quadri che le sculture »; raccolta costituita, egli dice. « da una collezione di grande valore degli olandesi del Seicento, da una collezione relativamente piccola, ma molto buona, di francesi del XVIII secolo e da una collezione di maestri italiani ». Dopo aver vantato i meriti « personalmente acquisiti scovando dai loro nascondigli centinaia e migliaia di opere », sostiene l'indiscutibile diritto a una tangente, secondo lui « legittima e modestissima ».

L’attenzione del grande Maresciallo non si fermò però alle scuole accennate nell[...]

[...]rno tedesco era disposto a versare agli eredi Lancellotti la somma all'epoca altissima di ben cinque milioni di Iire~Alle proposte di acquisto di questa opera, definita dal Consiglio Nazionale delle Scienze e delle Arti « inalienabile e insostituibile monumento fra i più insigni dell'arte antica », si oppose la strenua quanto vana resistenza dell'allora ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Bottai (l'unica autorità

Il Discobolo, portato in Germania nel giugno 1938 e ricuperato nel 1948



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 192

Brano: [...]imorski dnevnik”, il libro dell'avvocato triestino Bruno Piazza « Perché gli altri dimenticano» ecc.). Nessuna richiesta di informazioni pervenne peraltro da parte della magistratura.

L'inizio di una svolta sulla questione della Risiera si ebbe nei primi anni Sessanta, allorché un magistrato del Tribunale di Amburgo (R.F.T.) chiese alcune precisazioni sulle violenze commesse dai nazisti nel Litorale Adriatico e nella Risiera, essendo in corso in Germania un'inchiesta per delitti ivi compiuti da S.S. che avevano operato anche in Italia.

Gli immediati contatti presi con la magistratura tedesca dal presidente dell'I.R.S. M.L. Ercole Miani (v.), dal presidente della Sezione óeWA.N.E.D. Giovanni Postogna (v.) e dal giornalista Albin Bubnic, nonché l'invio di un primo rapporto dell’I.R.S.M.L. corredato da fatti e nomi, fornirono al Tribunale di Francoforte sul Meno (dove si stava appunto processando per altri crimini il famigerato E.A. Dietrich Allers e alcuni suoi complici) elementi concreti che indussero i giudici tedeschi a venire a Trieste, [...]

[...] ma l’opposizione del giudice Serbo alla competenza del Tribunale militare determinò il trasferimento degli atti alla Cassazione.

Nel 1973 la Cassazione si pronunciò a favore della magistratura ordinaria, consentendo all'istruttoria iniziata nel 1970 di proseguire e di concludersi, nel 1975, con la sentenza e ordinanza del giudice Serbo di rinviare a giudizio: Dietrich Allers, comandante dell’Einsatzkommando a Trieste, già condannato a 7 anni In Germania per i crimini dell'eutanasia ma rilasciato dopo aver scontato meno della metà della pena; Joseph Oberhauser e Gottlieb Hering, comandanti della Risiera; Christian Wirth, comandante prima di Allers; Franz Stangl che, con Wirth, era stato in Polonia uno degli organizzatori dei massacri dell’Aktion Reinhard, e di altri non identificati.

La sentenza istruttoria, frutto di un faticoso e contrastato lavoro che richiese ripetuti interventi presso la magistratura tedesca per l'interrogatorio delle S.S. attive a Trieste, l'audizione dei testi superstiti provenienti anche dalla vicina Jugoslavia, la[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine In Germania, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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